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Serie C: Pescara Domina nella Gara di Recupero Contro Milan Futuro
Il Giudice Sportivo Interviene su Infrazioni e Incidenti di Sicurezza
Il Giudice Sportivo Interviene su Infrazioni e Incidenti di Sicurezza La gara di recupero della 9ª giornata di andata del Girone B del Campionato di Serie C 2024–2025, disputata il 21 novembre 2024, ha visto il Pescara trionfare con un netto 4-1 sul Milan Futuro. Un risultato importante per i biancoazzurri, ma la partita non è stata priva di episodi controversi che hanno richiesto l’intervento…
#9ª giornata Serie C#Alessandria today#ammenda Pescara#ammonizione calciatori#ammonizioni calciatori#calcio e sicurezza#calcio Girone B#calcio italiano#calcio Pescara#Campionato 2024-2025#campionato Serie C#competizioni sportive#cronaca sportiva#Disciplina sportiva#Fair play#Figc#gara di recupero#Girone B Serie C#Giudice Sportivo#Google News#italianewsmedia.com#Milan Futuro#ordine pubblico#partite Serie C#Pescara#petardi stadio#Pier Carlo Lava#provvedimenti disciplinari#provvedimenti giudice#regolamenti sportivi
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I toni che avevano caratterizzato il primo periodo della guerra fredda sembravano ormai anacronistici
Nonostante queste relazioni evidenziassero fedelmente la scarsa presa che avevano ormai i comunisti – ad esempio, in un rapporto del 22 luglio, Rizza [n.d.r.: Prefetto di Roma] affermò che «gli avvenimenti verificatisi [in Medio Oriente, ndR] hanno finora provocato localmente [n.d.r.: a Roma e provincia] soltanto più o meno accese polemiche tra elementi di opposte tendenze» <160, mentre le…
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#1958#Amintore Fanfani#Arnaldo Forlani#comunista#cortei#eventi#governo#Ilenia Rossini#Interni#mediorientali#ministro#ordine#P.S.#pace#partito#polizia#prefetto#proteste#pubblico#questore#repressione#Roma#SIFAR#sindacati#USA
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I toni che avevano caratterizzato il primo periodo della guerra fredda sembravano ormai anacronistici
Nonostante queste relazioni evidenziassero fedelmente la scarsa presa che avevano ormai i comunisti – ad esempio, in un rapporto del 22 luglio, Rizza [n.d.r.: Prefetto di Roma] affermò che «gli avvenimenti verificatisi [in Medio Oriente, ndR] hanno finora provocato localmente [n.d.r.: a Roma e provincia] soltanto più o meno accese polemiche tra elementi di opposte tendenze» <160, mentre le…
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#1958#Amintore Fanfani#Arnaldo Forlani#comunista#cortei#eventi#governo#Ilenia Rossini#Interni#mediorientali#ministro#ordine#P.S.#pace#partito#polizia#prefetto#proteste#pubblico#questore#repressione#Roma#SIFAR#sindacati#USA
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Ha sbagliato il prefetto di Bologna a consentire una manifestazione di 200 fascisti di CasaPound a pochi passi dalla stazione dove avvenne la strage nera del 2 agosto 1980, rifiutando la richiesta del sindaco, Matteo Lepore, di vietarla, poiché sarebbe stata percepita come una provocazione in una città democratica e antifascista. Infatti, già dal mattino di ieri, la città ha dato vita a ben tre manifestazioni con la partecipazione di migliaia di cittadini.
Nel pomeriggio, uno di questi cortei ha tentato di avvicinarsi alla piazza occupata dai neofascisti, e ne è nato uno scontro con la polizia che ha provocato alcuni feriti, seppur non gravi, da entrambe le parti.
Anziché riflettere sulla gestione assai discutibile della sicurezza e dell’ordine pubblico in una città come Bologna, Meloni, Salvini e persino Piantedosi si sono lanciati in roboanti intimidazioni contro la sinistra che organizza cortei antifascisti. In particolare, il leader della Lega ha accusato i “delinquenti rossi” di aver dato la “caccia al poliziotto”.
Poi, la destra tutta – neofascista e leghista – con i suoi deputati, come un sol uomo, ha invocato la necessità di approvare nuovi provvedimenti restrittivi per la sicurezza.
Le dichiarazioni dei governanti in materia di ordine pubblico, sicurezza e scioperi si sono fatte di giorno in giorno sempre più preoccupanti, e il ministro degli Interni non sta svolgendo quel ruolo super partes che è essenziale per la sua carica istituzionale.
D’altra parte, non dobbiamo dimenticare che Piantedosi era prefetto di Roma quando, il 9 ottobre 2021, i neofascisti diedero liberamente l’assalto alla sede della CGIL.
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Se la libertà di parola mette in pericolo l'ordine pubblico, é segnale evidente che quel tipo di "ordine" ha qualche grasso grosso problema già di suo. #UK #Breton
ispirata da https://x.com/IstLiberale/status/1824829663539089727
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Jan Palach -Primavera di Praga gennaio 1969
"In ogni dittatura un solo uomo, anche un piccolo uomo qualsiasi, il quale continui a pensare con la propria testa, mette in pericolo l'ordine pubblico. [...] Basta che un piccolo uomo, un solo piccolo uomo dica NO, e quel formidabile ordine granitico è in pericolo." (I.Silone)
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ricordi di una generazione estinta.
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➡️E' USCITO IL REGOLAMENTO DI SANREMO 2025⬅️ - Ci saranno 24 Big e 4 Nuove Proposte - Il voto sarà composto da: televoto; voto di sala stampa, tv e web; giuria delle radio
1️⃣Prima Serata: tutti e 24 i Big si esibiscono. Vota la Sala Stampa. Saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni in classifica, senza ordine di piazzamento.
2️⃣ Seconda Serata: 12 Big in gara. Voto al 50% Giuria delle Radio, 50% Televoto. Saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni nella classifica di Serata, senza ordine di piazzamento. - 2 artisti delle Nuove Proposte, votano tutte le giurie & televoto. Chi vince accede alla quarta serata.
3️⃣ Terza Serata: 12 Big in gara. Voto al 50% Giuria delle Radio, 50% Televoto. Saranno comunicate al pubblico le canzoni/Artisti nelle prime 5 posizioni nella classifica di Serata, senza ordine di piazzamento. - 2 artisti delle Nuove Proposte, votano tutte le giurie & televoto. Chi vince accede alla quarta serata.
4️⃣ Serata delle Cover: ammesse tutte le canzoni, italiane o straniere, pubblicate entro dicembre 2024. Gli Artisti dovranno esibirsi insieme ad artisti loro Ospiti e saranno votati da tutte le giurie & televoto. L’Artista posizionatosi al primo posto della classifica sarà proclamato vincitore della Serata delle Cover (il voto non verrà sommato alle altre serate ai fini della vincita del festival). - Le 2 Nuove Proposte che hanno acceduto a questa serata si esibiscono votati da tutte le giurie & televoto. L'artista più votato sarà proclamato Vincitore della sezione Nuove Proposte.
5️⃣Quinta Serata: tutti e 24 i Big. Votano tutte le giurie & televoto. Il risultato di questo voto verrà sommato alle altre serate (esclusa quella delle cover) e saranno comunicate le prime cinque posizioni della classifica senza ordine di piazzamento. I cantanti si esibisiscono di nuovo o sarà riproposto un filmato dell'esibizione e si aprirà di nuovo il voto: votano tutte le giurie & televoto. Il risultato di questa nuova votazione sarà SOMMATO a quelli delle precedenti votazioni e si proclamerà vincitore.
#sanremo#sanremo 2025#italian tag#okay regolamento abbastanza fotocopia#mi piace il distacco delle nuove proposte#ma soprattutto mi piace che anche l'ultima votazione sia sommata a tutte le altre così da non stravolgere le classifiche#CarloCò una giuria di qualità la potevi mettere però
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L’annullamento della sentenza di primo grado del processo per disastro ambientale “Ambiente svenduto” all’acciaieria Ilva, trasferito da Taranto a Potenza, quali che ne siano le motivazioni formali, equivale a un insabbiamento. Ai vecchi come me ricorda il 1972 quando, approfittando della morte di un uomo perbene qual era Luigi Bianchi d’Espinosa, Procuratore Generale di Milano, il processo per la strage di piazza Fontana fu trasferito a Catanzaro adducendo motivi di ordine pubblico e legittima suspicione. Ci sarebbero voluti 36 anni per arrivare a sentenza definitiva. A Taranto la giustizia si era mossa per tempo e motivi di ordine pubblico non se ne potevano accampare: la città semmai pare tristemente rassegnata alla violenza subita e al sistema di potere che ne ha lubrificato il perpetuarsi. C’è tanta povera gente spinta alla connivenza dal bisogno di qualche soldo pubblico. Ma è bastata l’ipotesi che vi fossero anche dei magistrati in servizio fra le innumerevoli vittime dell’avvelenamento nei quartieri limitrofi allo stabilimento per sostenere che le condanne del 2021 siano state comminate in assenza della “giusta serenità”. Sospesi dunque i risarcimenti previsti per 1.500 parti civili. Prescrizione in vista per gli imputati eccellenti. Un diffuso senso d’impunità che da Taranto si propaga all’Italia intera come pietra tombale, suggello dell’operato di una classe dirigente che dopo le malefatte dei Riva ha fatto ricorso a ogni espediente pur aggirare le ordinanze di sequestro degli impianti, si è consegnata in ostaggio alla multinazionale Mittal, dilapida risorse pubbliche e galleggia di rinvio in rinvio. Sprofonda invece un Paese il cui governo vara una legge apposita per mettere in galera i ragazzi nonviolenti di Ultima Generazione che denunciano il disastro ambientale. Ambiente svenduto? Taranto dimostra che il mercimonio in Italia conviene.
Gad Lerner - Quel senso di malessere che si diffonde a tutta l’Italia
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La dedica di una via di Grosseto a Giorgio #Almirante autorizzata dalla Prefetta di Grosseto (che è anche la moglie del ministro Piantedosi) celebra un signore definito da Giorgia Meloni: «Politico e patriota d’altri tempi, stimato da amici e avversari. Amore per l’Italia onestà, coerenza e coraggio sono valori che ha trasmesso alla Destra italiana e che portiamo avanti ogni giorno. Un grande uomo che non dimenticheremo mai» . Come è ben noto, Almirante prima di essere a lungo segretario del Movimento Sociale Italiano (la cui fiamma mussoliniana arde ancora nello stemma di Fratelli d'Italia, e che ebbe come presidenti criminali di guerra come Junio Valerio Borghese e Rodolfo Graziani), era stato segretario di redazione della fascistissima «Difesa della razza» (sulla quale scrisse, tra l’altro, «che in fatto di razzismo e di antigiudaismo gli italiani non hanno avuto né avranno bisogno di andare a scuola da chicchessia» , rivendicando un ben triste primato), oltre che, da gerarca della Repubblica Sociale, «servo dei nazisti» e «fucilatore di partigiani»: ‘titoli’ la cui legittimità fu sancita da una sentenza passata in giudicato in un processo per diffamazione incautamente innescato da una querela dello stesso Almirante. E bisognerà ricordare che il pubblico ministero che per primo chiese il proscioglimento dei due giornalisti (Carlo Ricchini e Luciana Castellina) era Vittorio Occorsio, poi ucciso dai terroristi neofascisti di Ordine Nuovo .
Tomaso Montanari
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Una bella notizia, cari, sputo il rospo tutto insieme. Non avevo ancora scritto niente su questa novità ma a questo punto il viaggio è cominciato e bisogna pur attirare le energie positive: SONO STATO NOMINATO CONSULENTE PER LO SVILUPPO DELLA NUOVA BIBLIOTECA DI BRINDISI, IL MEDIAPORTO. E il prossimo 22 marzo con un convegno si inaugurano i lavori per la creazione di un OSSERVATORIO DI INNOVAZIONE CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA "NARRAZIONE" E L'ARTE.
Voilà. Una piccola rivoluzione, sì. Una bellissima notizia: una biblioteca e un centro di ricerca sulla povertà culturale attraverso la narrazione. Tutto insieme. All’adrenalina del palco ora si affianca un’energia ancora diversa. E credo che mi toccherà cercare un nuovo centro di gravità "errante".
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi è uno spazio multifunzionale ristrutturato con il progetto della Regione Puglia Community Library. Qualche anno fa il progetto vincitore lo scrisse Simonetta Dellomonaco e ora una cordata di istituzioni e persone speciali sono davanti a me a tirare la slitta, per dirla alla Zanna Bianca: Luigi De Luca per i #polibibliomuseali della Regione Puglia, Emilia Mannozzi, per il Polo di Brindisi, Toni Matarrelli per la Provincia di Brindisi, Giovanni Luca Aresta per #santateresaspa che di quella slitta ora tiene con energia nuova le redini in mano, il Teatro Pubblico Pugliese e un'infinità di persone laboriose che poco alla volta sto scoprendo dietro le quinte di questo luogo prezioso come l’ossigeno.
Il MediaPorto - Biblioteca di Brindisi comprende sale studio (già affollate dalla riapertura!), un auditorium, una biblioteca ragazzi, una caffetteria di prossima apertura, sale convegni, spazi di co-working e mille altri spazi fisici e immateriali che saranno dedicati ai nuovi media, al cinema, ai libri, alle mie tanto amate storie. Ma soprattutto, e qui batte il cuore, a creare uno spazio dove il potenziale creativo delle ragazze e dei ragazzi del territorio possa trovare nutrimento. Il più alto possibile. E nel massimo rispetto della sovranità e dei mondi intoccabili dei ragazzi. Chi mi conosce può capire a cosa mi riferisco.
Cominciamo il 22 marzo alle ore 17 in rete con le scuole di ogni ordine e grado della provincia, l’ufficio scolastico provinciale, le reti scolastiche più prossime, la ASL, il Comune di Brindisi (il cui sindaco Giuseppe Marchionna ha dato avvio a tutto questo prima di diventare primo cittadino), la consulta provinciale degli studenti, il consiglio comunale dei ragazzi, le reti più virtuose della città (guarda caso la nomina è arrivata da un bando dove come concorrenti eravamo tutti amici cari di mille progetti svolti in città e dintorni) e lo facciamo con un convegno che apre il percorso per la creazione di un OSSERVATORIO DI CONTRASTO ALLA POVERTA’ CULTURALE ED EDUCATIVA ATTRAVERSO LA NARRAZIONE LE ARTI. Il Convegno è aperto a tutti. Muove un primo passo significativo del progetto culturale che vorrei nascesse in questo luogo.
Ho piantato letteralmente migliaia di alberi (erano i tempi che dai miei spettacoli nascevano i progetti di forestazione partecipata) e ho ben chiaro che il bosco nasce solo quando arriva un’esplosione ormai irrefrenabile dalla Terra, dalla Pancia. Quando l’ego, colui che vuole piantare, “io”, ha fatto, forse, quello che doveva fare e poi si è tolto di mezzo. Qui voglio fare questo: ariamo un poco il terreno insieme e quando sarà il momento, se lo sarà, togliersi di mezzo e qualcosa nascerà da sola. E non sappiamo nemmeno che forma avrà.
Che dire? D’ora in poi vi racconterò anche di questo luogo che si chiama Mediaporto di Brindisi. Ovunque siate fra poco potrà valere la pena venire a trovarci. Ah, dimenticavo: l’Osservatorio che sta nascendo si chiama MINISTERO DEI SOGNI. Vi piace? <3 (In una foto io e Carolina in uno dei boschi, vero Antonio…)
Ecco il programma del convegno del 22 marzo, h 17, vi aspettiamo. Contattatemi. Cerchiamoci. ---
Mediaporto di Brindisi 22 marzo 2024, ore 17.00
MINISTERO DEI SOGNI Osservatorio d’innovazione culturale ed educativa Convegno d’apertura
Saluti istituzionali
Introduce Giovanni Luca Aresta, Amministratore Unico di Santa Teresa S.p.A. Loredana Capone, Presidente del Consiglio della Regione Puglia Toni Matarrelli, Presidente della Provincia di Brindisi Giuseppe Marchionna, Sindaco di Brindisi Emilia Mannozzi, Direttrice Polo-Biblio Museale Brindisi Angela Tiziana Di Noia, Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale
Interventi e contributi
Luigi D’Elia, Consulente per lo Sviluppo del Mediaporto e coordinatore dell’Osservatorio Gaia D’Argenio, Presidente della consulta provinciale studentesca di Brindisi e Coordinatrice Regionale Luigi De Luca, Coordinatore Poli Biblio Museali della Regione Puglia Rosetta Carlino, Dirigente ICS “Cappuccini” Brindisi - Coordinatrice Rete delle Scuole che promuovono la Salute per la Provincia di Brindisi Mina Fabrizio, Dirigente ITT “Giorgi” Brindisi - Scuola Polo per la formazione Ambito PUGLIA BR 11 Diego Caianiello, Sindaco del CCR Brindisi Consiglio Comunale dei Ragazzi di Brindisi Maria Rita Greco, Dirigente ASL Settore psicologia clinica e pedagogia dell'età evolutiva Lucia Portolano, Dirigente scolastica Coordinatrice de Tavolo docenti per l’educazione ambientale e i “diversi” linguaggi Modera gli interventi Luigi D’Elia
Info: 0831 544301 - [email protected] Si raccomanda l’Iscrizione al link: https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSeCQzKzUy5S_gjj5wzWxZCstD2nGm25fIiuBUgnHvvrN8k8yA/viewform?usp=sf
#luigidelia#narrazione#MediaportoBrindisi#PoloBiblioMusealeBrindisi#regionepuglia#brindisi#teatropubblicopugliese#provinciadibrindisi#santateresaspa#ministerodeisogni
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Arresto in stazione ad Alessandria: la Polizia ferma un cittadino camerunense per minacce e resistenza
Un episodio di tensione che ha causato ritardi e preoccupazione tra i passeggeri della stazione di Alessandria. La tempestiva azione della Polizia ha riportato la calma.
Un episodio di tensione che ha causato ritardi e preoccupazione tra i passeggeri della stazione di Alessandria. La tempestiva azione della Polizia ha riportato la calma. Il fatto Alle prime luci dell’alba di venerdì 15 novembre 2024, intorno alle 6:40, il Compartimento di Polizia Ferroviaria di Torino ha contattato la Sala Operativa della Questura di Alessandria per segnalare un episodio…
#Alessandria#Alessandria sicurezza#Alessandria today#arresto cittadino straniero#arresto in stazione#capotreno#casa circondariale Alessandria#comportamento ostile#Criminalità#criminalità ferroviaria.#cronaca Alessandria#cronaca ferroviaria#Cronaca Italiana#cronaca treni#fermo in stazione#foglio di via#Google News#interruzione pubblico servizio#intervento polizia#italianewsmedia.com#minacce a capotreno#oltraggio a pubblico ufficiale#ordine pubblico#ordine pubblico treni#Pier Carlo Lava#Polizia Alessandria#polizia di prossimità#Polizia di Stato#Polizia Ferroviaria#Polizia interventi
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La centralità del sistema costituzionale di tutela delle libertà fondamentali non è peraltro accompagnato dalla presenza di alcuna norma costituzionale che specificamente tratti e disciplini il potere di polizia
Con la salita al potere del Fascismo, alcune delle istanze del pensiero liberale sul potere di polizia vengono rielaborate e portate alle estreme conseguenze al sommo scopo di garantire, e celebrare, l’Autorità dello stato. Ed il potere di polizia diviene lo strumento che più agevolmente consente di operare il controllo sulla società e su tutte le manifestazioni delle libertà che possono…
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#Costituzione#fascismo#giurisdizione#incolumità#legge#libertà#Lorenzo Boscagli#ordine#personale#polizia#potere#pubblico#sicurezza
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La centralità del sistema costituzionale di tutela delle libertà fondamentali non è peraltro accompagnato dalla presenza di alcuna norma costituzionale che specificamente tratti e disciplini il potere di polizia
Con la salita al potere del Fascismo, alcune delle istanze del pensiero liberale sul potere di polizia vengono rielaborate e portate alle estreme conseguenze al sommo scopo di garantire, e celebrare, l’Autorità dello stato. Ed il potere di polizia diviene lo strumento che più agevolmente consente di operare il controllo sulla società e su tutte le manifestazioni delle libertà che possono…
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Sergio Mattarella
Che a ventiquattr’ore dai fatti si rivolge con un comunicato del Quirinale non agli studenti, in maggioranza minorenni, che manifestavano a Pisa.
No. Mattarella si rivolge al ministro dell’Interno, il capo delle forze di polizia.
Gli dice dai, smettetela — proprio come il suo predecessore disse ai manifestanti ristabilendo finalmente chi è chi, chi ha il compito di fare cosa.
Una specie di restituzione, di risarcimento.
Sono poche righe, sei righe.
Le parole sono importanti, al Quirinale si pesano e si misurano.
Facciamo dunque l’esegesi del testo come da ragazzi a scuola, come fosse una terzina dantesca.
Cosa ha fatto ieri il Presidente della Repubblica? Leggiamo.
“Ha fatto presente al Ministro dell’Interno” (si chiama Matteo Piantedosi, il ministro dell’Interno. È originario della provincia di Avellino. È un prefetto. È un tecnico, in questo governo “vicino alla Lega”, così si dice. “Vicino” perciò nella spartizione, indicato come ministro da Matteo Salvini, del quale ha assecondato le politiche ostili all’accoglienza degli immigrati, per esempio, fino al disastro di Cutro.
Mattarella lo ha chiamato al telefono?
Certo. Immaginate il momento.
"Ministro, il Presidente è in linea"
Che piacere! Dica, Presidente...)
Il comunicato, rileggiamolo da capo.
“Il presidente della Repubblica ha fatto presente al ministro dell’Interno, trovandone condivisione”.
"Trovandone condivisione". Capolavoro.
(Per tutto il tempo, questo significa il testo in ogni vocabolo ponderato, il ministro ha detto ma certo, assolutamente, senz’altro Presidente, è esattamente così).
Di cosa, Piantedosi ha trovato condivisione?
Del fatto — continua il testo del Quirinale — che “ l’autorevolezza delle forze dell’ordine non si misura sui manganelli”.
(Immaginare qui la faccia del ministro all’altro capo del telefono.
...Forse un sorso d’acqua. Riflettere sull’implicito devastante riferimento alla distanza che corre fra autorità e autorevolezza. Non sei ganzo se sei forte, se meni e insegui e rompi il naso ai ragazzini con lo zaino. Sei ganzo se sei autorevole e non hai bisogno di menare. La parola “manganelli” in un comunicato della presidenza della Repubblica, inaudita. Rimandi di memoria, per chi ne ha, a Giovanni Gentile ministro dell’istruzione nel Ventennio-matrice. “La predica e il manganello”. La Storia che sempre ritorna).
Non si misura, l’autorevolezza, sui manganelli — dice come un faro Mattarella — “ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”.
Perché difatti assicurare ordine e sicurezza è compito vostro, per questo si chiamano Forze dell’Ordine.
(Immaginare il "sì...sì... certo Presidente. C’è stata qualche “difficoltà operativa” ma gli agenti responsabili degli abusi, quelli che hanno inseguito e preso a manganellate — talvolta ridendo, sì lo so che ci sono i video dei telefoni, ma le assicuro che quelli che hanno fratturato la faccia ai ragazzini che scappavano nei vicoli di Pisa saranno identificati e sanzionati.
Ecco, molto bene. “Al contempo”. Riflettere su al contempo. Tu, ministro, devi assicurare l’ordine ma non puoi intanto, al contempo, non garantire la libertà di manifestare il pensiero. Ti è chiaro?
Senz’altro è chiarissimo Presidente).
Poi la pietra tombale.
“Coi ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”.
Una frase da tatuare.
Pensa che picchiarli serva? Assolutamente no.
Non crede che manifestare davanti alla Rai, davanti a un teatro, portare un fiore per Navalny, dire in pubblico sono antifascista, stop al genocidio, non credete che ci sia enorme sproporzione fra la libera manifestazione del pensiero e il manganello in tenuta antisommossa?
"Certo, presidente"
Perché picchiare è un fallimento, sa? È segno di debolezza. Hanno vinto loro se picchiate, lo tenga presente.
Questo dice, lo storico comunicato del Quirinale.
Mettete via quei manganelli.
Parafrasando le parole che disse l’ufficiale operativo della Guardia Costiera, Gregorio De Falco, al comandante Francesco Schettino nella tragica notte della Concordia:
“Tornate a bordo della democrazia, cazzo”.
Piantedosi :
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#Sergio Mattarella#il fascismo strisciante del Governo che si insinua all'interno delle Forze dell'Ordine
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Straconcordo sull'ampio margine di manovra per tagli in una economia a PIL oltre il 50% pubblico. Servirebbe coraggio, dice, in realtà mancano le basi culturali: lasciamo perdere i compagni, lontani dalla realtà persino nel capire la differenza tra uomo e donna, figurarsi cosa capiscono di economia. Stendiamo un velo pietoso anche sui più tra i destrisociali Legge Ordine e tutela del postofisso, poveracci. Abbiamo infine i verilibberali della im-prenditoria sindacalizzata confindustria che desiderano ingraziarsi la Bestia Statale invece di farla dimagrire: per aver meno zavorra invocano di spostare le loro tasse sui patrimoni (e uno pensa ai Rotschild ma in realtà vuol dire case, capannoni, risparmi). Bisogna esser peggio che stupidi, smidollati.
Ci serve non coraggio ma buonsenso: qualcuno che sprovincializzi, butti via gli approcci del passato e tracci una nuova via, usando le risorse presenti: un Quesada, un Velasco ... ci sono: un MILEI.
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Ogni volta che la politica manda a effetto una operazione contro la classe operaia, i primi a gioirne o, “meglio”, i primi a dare manifestazioni esteriori della loro contentezza non sono i “pezzi grossi”, commissari di polizia od ufficiali delle regie guardie o dei carabinieri, ma sono i più umili agenti, i più modesti carabinieri, l’ultima delle guardie regie. Sono cioè gli agenti del governo usciti dalle file del proletariato più arretrato, costretti a questo passo dalla miseria o dalla speranza di trovare, abbandonando il campo o l’officina, una vita migliore, dalla persuasione di divenire qualche cosa di più di un povero contadino relegato in un paesetto sperduto fra i monti, di un manovale abbruttito dal quotidiano lavoro d’officina. Questa gente odia, dopo averne disertato le file, la classe lavoratrice con un accanimento che supera ogni immaginazione. “Ecco le armi”, urlò trionfante non so se un agente investigativo od un carabiniere in borghese, scoprendo una rivoltella durante la perquisizione all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. all’ “Ordine Nuovo”. E rimase stupito, spiacente che nonostante tutta la buona volontà non si riusciva a trovare nulla di compromettente per il nostro giornale. Pochi minuti dopo, un altro agente udendo uno scambio di parole tra il commissario ed un nostro redattore, esclamò: : “Finiremo per arrestarli tutti! Li arresteremo tutti!” A questo pensiero la sua bocca si aprì ad un riso tanto cattivo da sbalordire chiunque non sia abituato a questo genere di fratellanza umana. Ho compreso allora perché nelle caserme e nei posti di polizia, carabinieri, guardie regie ed agenti gareggino nel bastonare gli operai arrestati, nel rallegrarsi delle loro torture. E’ un odio di lunga data. Gli agenti dello Stato addetti al mantenimento dell’ordine pubblico sentono attorno a sé il disprezzo che tutta la classe lavoratrice ha per i rinnegati, per quelli che sono passati nell’altro campo, per i mercenari che impegnano ogni loro energia per soffocare qualsiasi movimento del proletariato. E al disprezzo del proletariato s’aggiunge quello di gran parte della borghesia che guarda con occhio diffidente tutta rinnegati questa puzza di questura. Perché? Perché questa è la sorte di tutti i mercenari: al disprezzo e all’odio degli avversari s’aggiunge quasi sempre il disprezzo dei padroni. Ed è naturale, è umano che nell’animo di questa gente mal pagata, che non sempre riesce a procurarsi quanto occorre per una vita piena di stenti e di privazioni e che si sente circondata da una barriera che la divide dagli altri uomini, che la mette quasi fuori dalla società, germogli l’odio, metta radici la crudeltà: odio contro quelli che prima erano i fratelli, i compagni di lavoro e che ora disprezzano con maggior forza, crudeltà che si esplica contro di essi sotto mille forme diverse. Così, arrestare un operaio è una gioia, un trionfo, bastonarlo e malmenarlo, una festa, rinchiuderlo in carcere una rivincita. Solo nel momento in cui essi tengono un uomo fra le mani e sanno di poter disporre della sua libertà, della sua incolumità, sentono di possedere una forza che in qualche momento della vita li rende superiori ai loro simili. La gioia di acciuffare un uomo non proviene dalla consapevolezza di servire la legge, di difendere l’integrità dello Stato: è una piccola bassa soddisfazione personale, è la gioia di poter dire: “Io sono più forte”. Quale altra gioia possono essi provare? Quanti di essi sono in grado di formarsi una famiglia senza che la vita di stenti diventi vita di patimenti? Non è forse vero che a molti di questi transfughi del proletariato la vita non riserva altre soddisfazioni che qualche umile offerta di una passeggiatrice notturna in cerca di protezione?
Noi li abbiamo visti pochi giorni or sono nella nostra redazione. Moltissimi, dall’abito, potevano benissimo essere scambiati per operai in miseria. E’ certo che erano umilmente, più che umilmente vestiti non solo per introdursi tra gli operai, per raccoglierne i discorsi, per spiarli, ma anche perché non potrebbero fare diversamente. E guardavano con gli operai veri, quelli che si dibattono tra la reazione e la fame e cercano affannosamente la via della liberazione. Essi comprendevano, sentivano che chi lotta è sempre superiore a chi serve. E quando hanno ammanettato i giovani che difendevano il giornale del loro partito il giornale della loro classe, il loro giornale, gli agenti hanno avuto un lampo di trionfo, hanno riso. Ma non era un riso spontaneo, giocondo. Era un riso a cui erano costretti dalla rabbia, dal disprezzo degli altri, dalla loro vita, dal destino a cui non potevano sottrarsi. Quel riso era la smorfia di Gwynplaine.
(A.Gramsci “L’Ordine Nuovo”, 30 agosto 1921)
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